A.C. 1606-A
Grazie, Presidente. Oggi ci ritroviamo in Aula a discutere un provvedimento corposo, che reca disposizioni diverse e complesse. Prima di scendere nel merito, che è importante e doveroso, credo sia veramente importante ricordare quello che è successo ieri notte in Commissione, perché alcuni di noi erano lì. Il modo autoritario con cui sono stati gestiti i lavori di Commissione è una cosa su cui non possiamo tacere. Come opposizione avevamo, infatti, aderito alla scelta di segnalare un numero molto limitato di proposte emendative, facendo interventi di merito sulle stesse, senza un atteggiamento ostruzionistico. Purtroppo, poi, ieri, nell'ultimo giorno di esame, durante la mattinata, è stato presentato un emendamento dei relatori all'articolo 14, un articolo che riguarda il mercato di maggior tutela, al quale voi avete presentato un emendamento che prevede poteri commissariali sulla gestione del ciclo dei rifiuti che vanno al presidente della regione Sicilia, con una dotazione di 800 milioni. Un emendamento che non c'entra nulla con quell'articolo, anzi, non c'entra nulla proprio con il provvedimento, un decreto che già contiene troppi argomenti, anche diversi tra loro, dallo stoccaggio della CO2, al mercato elettrico, ai danni dovuti agli eventi alluvionali di Emilia-Romagna e Toscana, al nucleare e al deposito unico nazionale. Siete andati ad aggiungere il tema dei rifiuti in Sicilia, di cui non si era mai parlato prima. Ciò che abbiamo chiesto è che ci fosse consentita, in maniera chiara, anche una discussione ordinata su una materia così delicata per la regione siciliana, consentendo all'opposizione di presentare i subemendamenti e di discuterli. Ma il colpo di scena si è avuto, poi, con la riformulazione dell'emendamento dei relatori, cosa che ha complicato ulteriormente i lavori di Commissione. Infatti, non solo avete presentato un emendamento all'ultimo, nell'ultimo giorno utile dei lavori, che non aveva niente a che fare con la materia, ma lo avete anche presentato scritto male e dopo poche ore avete dovuto riformularlo, perché vi siete dimenticati le coperture finanziarie e ci avete costretto a presentare, poi, subemendamenti durante la notte, con gli uffici legislativi chiusi, subemendamenti scritti a mano, subemendamenti olografi. Diciamoci che, se questo è un modo di far lavorare una Commissione nel 2024, mi ricorda un po' la citazione del fax che ci regalò il Presidente Mulè qualche mese fa. Poi, dopo gli emendamenti olografi, presentati in calligrafica, abbiamo chiesto di discutere i subemendamenti nel merito, ma, a causa dei tempi ormai lunghi, c'è stato un atteggiamento di chiusura da parte dei presidenti, che ho visto spinti e asserragliati dalla stessa maggioranza, affinché non si consentisse alla Commissione di andare avanti tutta la notte. Abbiamo chiesto un Ufficio di presidenza, richiesto dai gruppi delle opposizioni, per discutere i tempi della discussione, però voi avete deciso di andare avanti perentoriamente e avete imposto un limite di chiusura alla mezzanotte e mezza. Però, non si può pensare di tagliare la discussione solo perché si è troppo stanchi. E quindi poi avete rifiutato di darci la parola sulla discussione dei subemendamenti, andando avanti a votare a raffica, uno dopo l'altro, i subemendamenti, senza darci la possibilità di discuterne nel merito.
Ci avete, quindi, costretto ad abbandonare l'aula della Commissione, perché la nostra presenza era diventata ormai inutile, la nostra voce inascoltata, e avete negato nella notte la democrazia, calpestando le opposizioni. Noi eravamo disposti ad andare avanti a discutere con serenità anche tutta la notte, ma la democrazia non può andare in pausa solo perché si è stanchi. Noi eravamo tutti stanchi, ma non vi era urgenza di concludere i lavori della Commissione ieri notte. Si poteva andare al giorno dopo. Avevate anche la possibilità di rimandare alla mattina e di ritirare l'emendamento sul ciclo dei rifiuti della Sicilia, cosa che avete voluto far passare in tutti i modi con un blitz dell'ultimo minuto. Vedete, anche noi siamo stanchi, ma non stanchi per la nottata, stanchi di questo modo cialtrone, autoritario e approssimativo con cui state gestendo la democrazia di questo Paese.
Presidente, dopo questa gestione autoritaria dei lavori di Commissione, ora andiamo a vedere il merito del provvedimento. I contenuti del tema energetico, diversi e variegati. Mi soffermo solo su alcuni, perché tanti sono già stati toccati dai miei colleghi. Alcuni importanti, in tema energetico. Per esempio, andate a toccare il tema della Carbon capture and sequestration (CCS). Vi avevamo chiesto, nei lavori in Commissione, che questo non diventasse un tema che, di fatto, poi, ostacolasse una vera discussione sulla transizione energetica. Infatti, non si può scientificamente pensare che la CCS diventi un sostituto della transizione energetica, perché ce lo dicono i dati economici e scientifici. E allora cerchiamo di dare un contesto per lo sviluppo e la ricerca della Carbon capture and sequestration, per lo stoccaggio della CO2, dove abbiamo le emissioni che non possono essere evitate, come nei processi industriali hard to abate, pensiamo ad esempio alla lavorazione del cemento. Quindi, avevamo proposto un emendamento ragionato, che guardasse allo stoccaggio della CO2 come una possibilità futura di un uso responsabile nei processi hard to abate, perché non si pensasse allo stoccaggio della CO2 e alla Carbon capture and sequestration come alla panacea di tutti i mali, perché già lo sappiamo che non sarà così. Invece, con questa bocciatura avete dimostrato, ancora una volta, di avere una visione della transizione energetica praticamente assente. Ormai vi attaccate, ogni volta, a tecniche di distrazione di massa, per cercare di evitare di parlare, poi, effettivamente, del tema. Un'altra grande forzatura contenuta in questo decreto riguarda le modifiche all'iter per l'individuazione del deposito nazionale di rifiuti radioattivi, tema a me caro, da ingegnere nucleare, perché questo decreto va ad introdurre la possibilità di autocandidature: un procedimento alternativo che, di fatto, va a cancellare tutto il procedimento fatto fino ad oggi per l'individuazione del sito del deposito unico; un procedimento che ormai viene portato avanti da molti anni, perché, dopo l'errore che fu fatto dal Governo Berlusconi, con l'individuazione approssimativa del sito di Scanzano Jonico, si decide di far partire un percorso partecipato, che coinvolgesse i territori - questo è stato fatto - e che coinvolgesse la comunità scientifica, un percorso rigoroso.
Però, ecco, questo percorso stava arrivando a conclusione, si era arrivati alla carta delle aree idonee, all'individuazione di 51 siti idonei, in 6 regioni e voi, con questo decreto, andate a cancellare questo percorso, permettendo la possibilità di autocandidature di comuni e di aree al di fuori di quelle individuate come idonee, cioè al di fuori di quelle aree che erano state individuate come stabilite da criteri scientifici e concordati. Allora, se qualsiasi area adesso diventa candidabile, capite che non vi è più quel rigore scientifico che era stato posto alla base del processo. Io ho cercato, sia nelle audizioni, sia nel lavoro in Commissione, la possibilità di capire quali fossero queste aree di autocandidatura e l'unica autocandidatura sembra, poi, alla fine - almeno, che fino ad oggi è stata presentata - quella di Trino Vercellese, tra l'altro presentata con una delibera della giunta comunale, una decisione così importante è stata presa senza neanche passare dal consiglio comunale. Ma la preoccupazione, ovviamente, deriva dal fatto che aree come Trino non sono risultate idonee e quando abbiamo parlato di questo problema in audizione, anche dalla Sogin ci è stato detto che forse si cercava un'area in cui ci fossero soluzioni superabili, lo ripeto, soluzioni superabili da un punto di vista tecnico. Ciò vuol dire, ad esempio, nel caso di Trino, fare un deposito in sopraelevazione, perché l'area di Trino ha falde acquifere che richiedono un'attenzione molto importante sul tema del deposito nucleare. Dobbiamo ricordarci che questo deposito, che dovrebbe essere, poi, di fatto un deposito di superficie per le scorie a media e bassa radioattività, dovrebbe anche temporaneamente, e non si sa quanto sia questo “temporaneamente”, stoccare i rifiuti delle centrali nucleari, forse per anni, forse per decenni, non sappiamo quanto durerà questo “temporaneamente”. Proprio per questo, il deposito deve essere sicuro, deve essere fatto con grandi criteri di sicurezza. Approfitto del fatto che qui ci sia il Ministro, perché so che anche il Ministro ha dichiarato che è importante riportare le scorie che ora si trovano in altri Paesi, che sono state processate in altri Paesi, nel nostro territorio nazionale, però, è questo il tema da affrontare: cosa vogliamo fare delle scorie ad alta radioattività, perché questo tema non è mai stato affrontato, in questo Paese. Credo che da qui dobbiamo ripartire se vogliamo parlare di nucleare. Se vogliamo riparlare di nucleare, ripartiamo da qui. Altrimenti, la discussione non è credibile.
Allora, tra gli altri, non possiamo non parlare del tema del mercato tutelato. Il provvedimento prevede poche risorse per lo svolgimento di campagne informative sulla cessazione del servizio di maggior tutela e, soprattutto, disciplina male il servizio di vulnerabilità, con procedure che onestamente non abbiamo capito, neanche nei lavori di Commissione, lavori in cui vi abbiamo chiesto di allargare la platea dei vulnerabili e anche questo ci è stato negato, perché ormai è da mesi che vi diciamo che sarebbe necessaria una proroga del passaggio al sistema del mercato libero, perché le condizioni di sistema sono cambiate, con la guerra di Putin in Ucraina, con la crisi energetica, il caro benzina e il rialzo dell'inflazione. Allora, si tratta di tutelare i consumatori e le famiglie. Questo ve l'abbiamo chiesto, in diversi modi, si potevano trovare dei provvedimenti legislativi, questa era un'occasione, questo provvedimento era un'occasione e anche questa volta questa opportunità ci è stata negata.
Infine, voglio spendere almeno alcune parole sul tema dell'alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna e la Toscana, perché fino ad oggi le promesse fatte dalla maggioranza e dal Governo a quei territori non sono state adempiute e la superficialità con cui sono state esaminate le proposte emendative ci preoccupa, perché è indice della scarsa attenzione del Governo nei confronti di quei territori. È mancato un confronto, sia di merito sia di interesse, considerando inoltre l'atteggiamento del Governo che, di fatto, ha soffocato le iniziative dell'opposizione su questo tema. Pochi mesi fa, ad esempio, avevamo discusso il disegno di legge sul made in Italy, che di fatto, poi, si è tramutato in una scatola vuota, in una scatola di pura propaganda, che non ha portato a niente. In quell'occasione avevamo già chiesto, tramite un emendamento, e tramite, poi, un ordine del giorno, un aiuto concreto per la Toscana, per le aree alluvionate e per il distretto tessile pratese, che è stato fortemente colpito da quell'alluvione. In quella occasione avete negato questo aiuto; ieri, in Commissione, vi abbiano nuovamente chiesto un aiuto concreto per il territorio pratese e, ancora una volta, avete deciso di non darlo, neanche un aiuto di 10 milioni a un'eccellenza del made in Italy, un'eccellenza non della Toscana, ma di tutta Italia. È un atteggiamento che non si spiega, un atteggiamento contro le popolazioni colpite dalle alluvioni, contro il nostro tessuto industriale, contro il made in Italy, che dite di voler difendere, solo a parole, però, nei fatti, non difendete mai.
Insomma, in tutto questo provvedimento, avete ancora una volta confermato il vostro atteggiamento che è contro il territorio, contro la scienza, ma, soprattutto, contro l'Italia.